lunedì 1 febbraio 2010

Zurich: Day Five (Limmatplatz)



(Da qualche parte nei pressi di Limmatplatz, alla ricerca di un posto dove cenare)

R. - "Tu che cosa vorresti mangiare?"
N. - "Uhm, patatine fritte, e tu?"
R. - "Io... una bistecca direi..."

(Passiamo di fronte ad un bordello thai, con in vetrina foto esplicite delle bellezze che offre)

R. - "Che ne dici di questo posto? Carne fresca ne hanno, e anche a patate non sono messi affatto male..."
N. - "Sei uno schifoso."
R. - "Lo so."

domenica 31 gennaio 2010

Zurich: Day Four (Almost Lapponia)



Nevica spesso negli ultimi giorni, oggi in modo più violento che mai.
Instancabili cadono fiocchi grandi come bulbi oculari, senza sosta, e tutto viene sommerso in un baleno.
Anche il rumore della diga, che rompe il fiume a pochi passi da Winzerstrasse, viene reso ovattato dalla coltre di gelo; il Limmat sotto la mia finestra scorre inesorabile, ma il suo fluire è smorzato dal silenzio glaciale che ci circonda.
Le volpi escono la notte; le si intravede nell'ombra, sull'isola su cui si affaccia il fabbricato in cui vivo, in un vagare lento e vigile.

sabato 30 gennaio 2010

Zurich: Day Three (Things I've Learned)



Qui la gente non sorride mai, ma sembra sempre sul punto di farlo.
Qui la raccolta differenziata viene fatta a cazzo di cane, chi l'avrebbe mai detto.
Qui non esiste il Crispy McBacon.
Qui si fuma ancora nei locali.
Qui in 20 minuti di tram dal centro si arriva ai boschi.
Qui per dire grazie dicono "Mercie" e per salutarti "Ciao", ma se gli parli in francese o in italiano non capiscono una mazza.
Qui il fiume Limmat non confluisce, ma defluisce dal Lake of Zurich.
Qui i bordelli sono legali. E sono ovunque.
Qui fa freddo. Molto freddo.
Qui nei locali dove c'è musica, all'ingresso ti regalano i tappi per le orecchie.
Qui l'inglese lo parlano quasi peggio di me.
Qui tutti gli automobilisti si fermano con il semaforo giallo, ma se attraversi col rosso ti uccidono, senza pensarci.
Qui molta gente lascia la mancia ai camerieri, anche se non è imposto nè necessario.
Qui spesso non mi capiscono quando ordino una birra media, o una pinta: me la portano piccola, chissà dove sbaglio.
Qui di notte il cielo si tinge di azzurropuffo e di un assurdo rosa pastello.

venerdì 29 gennaio 2010

Zurich: Day Two (Fanfarlo)



Stasera al Rote Fabrik suonano i Fanfarlo.
Non sono mai riuscito a vederli in Italia, so che sono amici degli A Classic Education e poco più, ma sono incuriosito.
Si va.
Il complesso del Fabrik contiene appartamenti, bar, centri culturali, discoteche e il ristorante: dove suonano i Fanfarlo? Al ristorante.
In realtà non ha NULLA del ristorante, è un "normale" locale da circa 300 persone, gremito, cui hanno datto l'appellativo di Ristorante.
Come se una sala dell'Alcatraz la chiamassero di punto in bianco La Cucina, così a caso: resterebbe una normale sala di un club, ma il nome sicuramente spiazzerebbe alcuni malcapitati utenti.
Gran bella band i Fanfarlo: mescolano TANTO Beirut ad un pò di indiepop, sbarazzino ma intelligente, si vestono abbastanza male (degna di nota la ragazza, vestita completamente in stile Enrico Coveri 1986), le canzoni si assomigliano talvolta troppo tra di loro, ma sul palco dominano.
Il pubblico non è poi distante dall'audience tipico milanese: fiero e felice, ma un pò distaccato.
Fa un caldo opprimente, per tutti, ma specialmente per me, che reggo in mano felpa, birra, e 6 chili di eskimo per tutta la sera, in quest'afa zuppa di fumo; quando a fine concerto mi passano davanti, noto che ho sudato molto più io dei Fanfarlo sul palco, ma ne è valsa la pena.






giovedì 28 gennaio 2010

Zurich: Day One



La città è già mia.
Conquistata passo dopo passo, affondando nella neve fino alle caviglie.
Andatura inesorabile sotto la bufera, con l'aria gelida che si insinua in ogni spiraglio di pelle nuda che riesce a scovare tra mille strati di indumenti pesanti.
Una guerra solitaria e silenziosa, senza vittime o carnefici, ma pur sempre battaglia, anche se solo contro me stesso.
Una lotta per la Rinascita.

mercoledì 27 gennaio 2010

Milano - Zurich



Partito.
Ormai ero arrivato ad un punto morto, cercavo un cambiamento drastico nella staticità portata al suo estremo, ma non esiste altro metodo che allontanare lo sguardo da qualcosa di quotidiano per un periodo per poter riconoscere le differenze che il tempo gli infligge, e che infligge anche a noi stessi.
Continuavo a considerarmi un instancabile giramondo, quando in realtà Milano mi aveva legato a sè con nodo scorsoio, e negli ultimi anni non mi ero più distaccato da lei se non per alcune manciate di ore o di giorni.
La città che amo odiare.
La mia città.

Oggi ho mollato gli ormeggi, e ora mi muovo placido alla deriva, su questo treno che ondeggia quieto mentre attraversa le Alpi, mentre il paesaggio intorno a me si fa sempre più innevato e brullo, e anche la temperatura interna al vagone cala drasticamente chilometro dopo chilometro.

Le due anziane che mi siedono accanto non fanno che lodare il loro lauto pasto appena consumato, a base di panini e frutta fresca; "Fossimo state al ristorante non sarebbe stato così bello" continuano a ripetersi, con la voce che sbiascica per le dentiere, e con le parole rese ancor più incerte ed incespicanti dalle due bottiglie di birra artigianale che si sono scolate, e che le ha rese parecchio più socievoli e sorridenti.

Il resto del vagone è popolato da anime dormienti perlopiù, destate ogni tanto dal passaggio del carrello del caffè.

Fuori intanto le montagne si aprono improvvisamente, e la regione dei laghi mi si palesa davanti come un' epifania: scorci fiabeschi di specchi d'acqua gelidi ed immobili, dove tutto sembra cristallizzato da secoli.
Le Amiina si sposano a meraviglia con l'andatura pacata del treno in questo spazio senza tempo

mercoledì 13 gennaio 2010

AntiteQ Liveset + Guests @ Sgt. Pepper's - 15.01.10

))) ::: Ven 15.01.2010 _h 22 @ Sgt. Pepper's, MI ::: (((

::: AntiteQ Ambient LiveSet _ (w/Ormeye DjSet) :::
::: Visuals By Agata's Eyelashes & Hilbert K :::




Sulla grossa consolle, in ordine sparso, ci sono: sintetizzatore Korg, Electribe, Kaos Pad, laptop Macintosh.
Esile come un ramo, l’essere è in piedi dietro le sue macchine, si muove lento, ondeggia come come se fosse spinto da una brezza.
Il suo nome è Antiteq.
Alle sue spalle altre due figure scure e curve sopra i rispettivi laptop.
Potrebbero essere i carcerieri del suo delirio.
Invece sono suoi fedeli compagni, sono le visioni nelle retine dei presenti; Agata’s Eyelashes e Hilbert K.
Dalle dita dei tre escono sogni ed incubi, destrutturazione di immaginari sonori e visivi.
Ambient e IDM nelle vene più gonfie.
Poi Dj Ormeye, per il colpo di grazia, techno budelli e foreste elettroniche.
Ragnatele minimal.

www.myspace.com/antiteq
www.myspace.com/minimalizeyournight
www.myspace.com/lelunghecigliadiagata
www.myspace.com/hilbertk